Quando l’amore ti colpisce tra capo e collo e le tagliatelle fatte in casa sono un lontano ricordo

La sottoscritta ha 45 anni, per quello che riguarda me e l’amore direi che nella mia collezione di uomini, vanto un vivace gruppo di devastati, ho avuto un giornalista, un alcolizzato, un maniaco depressivo con attacchi di panico, un bravo ragazzo, un tecnico di radiologia sociopatico e per 3 giorni sono entrata in possesso pure di un drammaturgo, comunque, prima di sposarmi ho dovuto per forza mettermi in contatto con una certa varietà di uomini, concludendo che non si può e non si dovrebbe sposare il primo che capita, per quale motivo? Semplicemente perché è come mangiare il minestrone col cavolo tutti i giorni senza aver mai assaggiato un brasato al barolo, uno stoccafisso o un bel tortello maremmano…
Ho notato nella mia vasta esperienza di osservatrice, che prima o poi se non si è assaporato nella vita sapori diversi e si è sempre mangiato il solito bollito, finisce che ti ritrovi di colpo innamorata di uno stantio baccalà alla livornese e mandi in pezzi tutta la tua noiosa ma rassicurante vita familiare.
Questo è successo ad un paio di persone che conosco, tutta la vita piegate sul lavoro e sul senso di appartenenza ad una vita ormai distante, fatta di appuntamenti fissi come le tagliatelle al ragù unto la domenica dalla suocera, i figli da accompagnare a scuola, la sigaretta fumata fuori dal terrazzo tipo carcerato perché sennò le tende si impuzzoliscono…
A volte però nella vita succede una specie di disgrazia travestita da miracolo, questo è l’amore, malattia di origine sconosciuta e sottovalutata, parente della demenza senile, insidiosa come le emorroidi, alienante come l’alzheimer…

Se nella vostra vita ne siete stati contagiati, sapete ormai le incredibili conseguenze che questa cosa possa mettere in atto, spesso da ridere c’è ben poco, infatti questa malattia, fa apparire migliore la persona della quale vi siete innamorati, oscurando quella che avevate sottomano da una vita, rendendola noiosa e patetica, state attenti però una volta guariti vi ritroverete il solito o la solita rompicoglioni, si perché l’amore accecante dura un annetto poi ridiventa la solita cosa. Che ricetta posso darvi per vivere una vita emotivamente appagante e rosea?
Bene, fate all’amore di più prima di sposarvi e avere figli e se ad un certo punto sentite dei  pruriti, prima di lanciarvi in qualsiasi avventura, provate a comprare un vibratore di nuova generazione (per le donne ovviamente) per gli uomini invece compratevi un metal detector e fate le buche in campagna come mio marito…almeno così credo faccia lui.

Tagliatelle all’uovo fatte in casa
Ingredienti per 4 persone

4 uova
200 gr di farina o
200 gr di farina di grano duro
un cucchiaio di olio extra vergine di oliva

Versate la farina nella spianatoia, formando una fontana, nel centro aggiungete l’olio e le uova, lavorate bene e formate una palla liscia, lasciatela riposare un’oretta.

Stendete la pasta con un mattarello di legno perché crea porosità nella pasta, il sugo non scivolerà, altrimenti usate la macchinetta, spessore tipo a 4, a me piace più alta.

Ricetta e piatto in ceramica di Cinzia Bardelli, fotografia Elisa Ventimiglia

Acquacotta rivisitata e lo spoiler Master chef

Stamani mattina ero al lavoro e mi annoiavo parecchio, certe volte mi capita di fare lavori divertenti, altre volte invece devo fare delle cose poco simpatiche, tipo oggi, dove m’è toccato mettere a posto delle bruttissime foto che dovevano andare dentro un libro di ricette di cucina, fotografie veramente inguardabili, così nello stesso modo in cui i grandi giornali tipo  Playboy ritoccano le playmate perché non abbastanza perfette, eccomi all’opera per rifare il trucco a torte bruciacchiate e castagne lesse somiglianti a cacarelle…

Intorno alle 12 mentre cercavo inutilmente di rilassarmi con un tristissimo orzo macchiato senza zucchero, ho appreso la notizia che striscia la notizia ieri sera, fregandosene di tutto quanto, ha annunciato ad un giorno dalla finalissima, il vincitore di Master chef…Da una parte li ringrazio perché a me il programma mette l’ansia, mi immedesimo troppo e mi ci vedo tra quei fornelli a fare un gran casino e soprattutto a mandare a quel paese Cracco e il suo uovo marinato., quindi da una parte meglio così, dall’altra, se penso che pago sky e quelli non fanno sconti  a nessuno, mi sale un po’ il nervoso, bisognerebbe fare una petizione e farci fare uno sconto  per aver permesso che ci rovinassero il giovedì sera e per Dio, nemmeno la soddisfazione di gustarsi la serata, dovrebbero regalarci che ne so, 6 coppie d’ova marinate di Cracco oppure un caciocavallo da  Barbieri oppure un wustell di bastianich… che si inventino qualcosa ma così non va bene…

L’unica soddisfazione della giornata me la sono tolta uscendo dall’ufficio, mi sono posta la domanda: “ a chi posso rovinare la giornata con questa notizia?” i candidati erano molti, ma spiccavano 2

Candidato n 1

Sara, mamma di Filippo, amichetto d’asilo di mio figlio, la cui giornata si riempie di gioia solo se andando al lavoro riesce ad incontrare il camioncino con l’immagine di Cracco che mangia le patatine stampata grande dietro il cassone.

Candidato 2

Serena, proprietaria di un’enoteca, convinta di realizzare la pizza migliore del Monte Amiata.

Ho scelto di rovinare la giornata al candidato 2, anche perché mi rimaneva di strada, così ho accostato la macchina vicina all’entrata del locale, ho fatto una bella strombazzata e poi le ho urlato la notizia, lei è rimasta senza parole e mentre balbettava qualcosa tipo ma che dici oppure sei una stronza, io con una bella sgassata sono filata via..

Morale della favola, meglio un uovo marinato oggi che Master chef domani.

 Ingredienti per 4 persone

pane toscano raffermo

una cipolla

3 coste di sedano

pomodori maturi freschi o pelati

100 gr di spinaci

concentrato di pomodoro un cucchiaio

olio extravergine di oliva

peperoncino

sale pepe qb

pecorino toscano grattugiato

un uovo

100 gr di ricotta fresca

un cucchiaio di farina di ceci

Fate un soffritto con cipolla e sedano,quando si sono appassiti  aggiungere i pomodori a pezzettini e far andare il tutto finchè non si sarà ben insaporito. Aggiungete un cucchiaino di concentrato

Fate bollire ancora e aggiungete l’acqua dato che servirà ad inzuppare il pane.Lasciare insaporire ancora piano piano continuando la cottura. Aggiustare di sale e peperoncino, aggiungete gli spinaci.

Nel frattempo affettate il pane raffermo a fettine sottili e crogiolatelo nel forno.

Amalgamate l’uovo con la farina di ceci e la ricotta,un pizzico di sale, formate delle piccole quenelle aiutandovi con due cucchiaini e buttatele nella zuppa, cuocete per circa 5 minuti.

Versate l’acquacotta  sul pane.Adagiare le fette del pane sul fondo della zuppiera, bagnare bene con l’acquacotta, poi una bella spolverata di  formaggio.

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli

La scottiglia e l’età dei ricordi

Meravigliosa l’età dei ricordi, quella che ci accompagna nei primi anni di vita, sempre se hai la fortuna di avere genitori attenti e affettuosi, la percezione del tempo a quell’età non esiste, mio figlio è convinto che mangiando di più a cena invece di avere 5 anni potrà saltare direttamente  a 6, i giorni della settimana sono scanditi da una divertente filastrocca su un lupo che cambia abito , il giorno è fatto per giocare, la notte è fatta per sognare… Non fatevi ingannare dalla vostra memoria che cancella i momenti brutti, anche all’asilo non è tutto dorato, qualcuno ti strappa un disegno, la mamma si è dimenticata di darti la merenda oppure un amichetto ti prende in giro.
In questo periodo, il lunedì pomeriggio sono impegnata con i bambini della ludoteca e il venerdì con gli anziani del ricovero di Castel del Piano, a tutti e due i gruppi, insegno a lavorare l’argilla e giuro, vengono fuori le stesse cose, sembrano avere la stessa manualità, le stesse imprecisioni, le stesse idee, il lupo con i denti aguzzi, i funghetti del bosco, le roselline… anche i ragazzi del ricovero come li chiamo io si arrabbiano come i bimbi, sono gelosi e hanno gli occhi che luccicano quando gli porti un sacchetto di cioccolatini, fanno le bizze e si stancano facilmente.
È un’esperienza molto bella ma anche molto impegnativa e terribile in alcuni momenti, i bambini sono bambini e giocano con la vita, gli anziani del ricovero invece non hanno più voglia di giocare e passano il tempo a rincorrere i loro ricordi lungo i corridoi che portano alle loro stanze incolori.

Nella casa di riposo si respira un’aria strana, di brodo e naftalina, i pensieri diventano piccoli e il cancello che mi chiudo dietro quando me ne vado spero trattenga tutte le mie paure sul futuro, tornando a casa in macchina respiro l’aria fresca dal finestrino e mi sento viva, libera di vivere dove voglio di amare e essere amata con un sacco di idee in testa e ancora tanta voglia di fare…

 Da queste due esperienze, ho capito le seguenti cose:

 1  il tempo passa, aggiusta alcune cose altre proprio no.

Quando i tuoi figli saranno grandi, aiutali ma non dargli tutti i tuoi risparmi.

3  non perdere l’arte di sognare che avevi da bambino, potrebbe tornarti utile.

scrivi le tue migliori ricette in un quaderno, potrebbe venirti l’alzheimer e nessuno avrebbe più la gioia di assaggiare il tuo dolce migliore.

Ingredienti per la scottiglia

Una cipolla
Uno spicchio di aglio
Un rametto piccolo di ramerino
4 foglie di salvia
un ciuffetto di prezzemolo
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale qb
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
vino bianco buono un bicchiere
una salsiccia, una fetta di rigatino stagionato, una svizzera, due fettine di vitella, due fettine di carne di maiale, tre sovra cosce di pollo, un pezzetto di agnello. ( se avete altri tipi di carne mettete pure, verrà ancora più buona, la selvaggina va aggiunta in quantità minore perché potrebbe alterare troppo il sapore)
pane raffermo fettine sottilissime, tostate in forno.

In un tegame di coccio rosolate la cipolla e l’aglio togliete quest’ ultimo dopo un paio di minuti, aggiungete il rigatino tagliato a tocchetti  insieme alla salsiccia, dopo mettete il resto della carne che avrete disossato e fatto a pezzetti,  aggiungete le erbette aromatiche che avrete tritato finemente.

Una volta rosolata bene la carne, sfumate con il vino, irrorate con l’acqua e aggiungete il concentrato.
Cuocete per un paio d’ore a fuoco lento.
Non dovrà risultare un ragù, nel senso che dovete ritirare del tutto il liquido, servirà per inzupparci il pane.

Ricetta di Rosita, ospite del ricovero Vegni di Castel del Piano, fotografia Cinzia Bardelli 

Uno dei lavori fatti con i ” ragazzi del ricovero”

 

La cena salutista e la minestra di lattuga

Che cosa m’è preso stasera non l’ho capito…Sono tornata a casa con la gran voglia di provare una cosa che mi incuriosiva da anni, la minestra di lattuga… l’insulso ortaggio di solito si mangia come insalata ma avevo visto negli altri blog, quelli curati dalle blogger presuntuosine, amanti delle cose buone, semplici e naturali postare la suddetta minestra come un piatto fantastico, così ho provato pure io.

Mentre la minestra bolliva nel suo tegamino di coccio, ho dato una sbirciata nel congelatore ed ho notato un antico reperto di merluzzo, preso alla conad in offerta, ormai quasi facente parte del congelatore stesso, nel senso che tutto il ghiaccio lo aveva inglobato in una discutibile massa informe (tristissimo, credo non ci sia cosa più triste del merluzzo congelato, forse solo lo spezzatino di soia) e poi c’è stato il lampo di genio: ho preso la decisione di fare la cena salutista.

La giornata di mio marito era iniziata malissimo, infatti al lavoro aveva preso un monte d’acqua tanto che era tornato a casa completamente zuppo, nel primo pomeriggio poi, gli si sono rotte le mutande, in una maniera devo dire particolarissima, tipo spogliarellista, l’elastico è rimasto su ma la mutanda sul retro s’è scucita tutta, insomma era uno spettacolo sembrava un attore porno, quando me le ha fatte vedere sono  schiantata dalle risate, lui un po’ meno perché tutto il giorno al lavoro con mezze brache penzoloni non era una bella sensazione…Quindi, quando è tornato a casa, era già nero e l’unica cosa che voleva fare era mangiare qualcosa di buono, io già ridevo al pensiero della minestrina, ne faccio poche e spesso quelle classiche, quindi un po’ mi veniva da ridere un po’ ero preoccupata delle conseguenze…

La cena prevedeva:

vellutata di lattuga
polpettine di merluzzo
sformato di patate e cavolo
yogurt con miele e mandorle

Ad ogni portata il mì Roberto sperava che ci fosse un picco di sapore nella portata successiva, invece devo ammettere che era sempre peggio e lui era sempre più triste e rassegnato, alla fine, quando si è reso conto che non ne avevo azzeccata una mi ha detto: “ senti Cinzia ma per concludere cosa mi hai preparato un bicchiere di soluzione schoum e un clistere?”….

Ingredienti per 4 persone

una lattuga grande
una cipolla
due cucchiai di olio extra vergine di oliva
due patate grandi
brodo vegetale mezzo litro

Pulite bene la lattuga, nel frattempo fate un soffrittino con la cipolla e l’olio, aggiungete la lattuga e le patate sbucciate tagliate a dadini, versate il brodo e due bicchieri di acqua, fate bollire per mezz’ora circa, poi frullate tutto.

Se trovate la minestra troppo modello sciacquone, aggiungete della panna vegetale ma tanto non farete dei miracoli nemmeno aggiungendo quella.

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli

 

 

 

Orripilanti spettacoli per bambini e il tonno di coniglio con quenelle di ricotta

 

In estate, se hai un bimbo di circa 5 anni ti tocca portarlo per forza in giro per gonfiabili, giostrine e zucchero filato, nel mio paese quest’anno hanno organizzato la settimana del bambino che in realtà andrebbe chiamato: “genitore che passione”nel senso che sotto il sole ci siamo ritrovati tutti incastrati in serate demenziali pur di far contenti i nostri figli, si perché tutti noi genitori abbiamo capito che siamo disposti a diventare una massa di dementi pur di vedere i nostri figli col sorriso in bocca.

Giovedì sera quindi dopo aver passato tutto il pomeriggio a corrergli dietro per gonfiabili, alle 9 e 30 non contenti io e mio marito l’abbiamo portato pure ad uno spettacolo per bambini chiamato Bimbobell…

Bimbobell è uno spettacolino ordito da un malvagio signore sulla quarantina che vestito con una tutina a palline bianca e celeste è riuscito a rovinare la buona reputazione di metà genitori presenti al suo spettacolo, sempre usufruendo del discorso che i genitori pur di vedere i propri piccoli sorridere si farebbero fare di tutto e così è stato…

Dopo una decina di minuti di spettacolo e dopo aver visto una mia amica avvocato mettersi un casco e far finta di guidare una macchina scurreggiante, il pasticcere del paese mettersi un costume da donna grassa con  la parrucca e ballare una canzoncina tipo gioca giuè…. molto velocemente sono levitata in fondo alla fila…

Il maledetto Bimbobell, ogni volta che aveva finito di umiliare il povero genitore, faceva contento il bimbo con un regalo, il sempre più maledetto, a fine serata aveva distribuito giochi di Spyder man e di Planes come se piovesse, a quel punto mio figlio s’è fatto coraggio e ha chiesto un giocattolo, Bimbobell allora mi ha chiamato sul palco e ho dovuto fare una gara in collo ad un’ altro disgraziato, simulando praticamente un rapporto sessuale tenendo sotto il sedere una pompetta da gommone nel tentativo, a furia di colpi nelle palle dell’altro genitore di gonfiare un palloncino, io ce l’ho messa tutta e mi è testimone quello che mi stava sotto, comunque ho perso e a Diego hanno dato il premio di consolazione, quando mi ha visto s’è messo a piangere come un matto perché la sua mamma aveva perso…

Ora ci si scherza sopra e siamo tutti felici lo stesso, i bambini, ad ogni modo, sono già pieni di regali e non c’è bisogno di babbo Natale a Ferragosto, sono comunque contenta caro Bimbobell , perche hai insegnato a mio figlio che sua mamma non è Batgirl e non vince sempre e che nella vita, quella vera non ti regala niente nessuno, devi lavorare sodo o farti umiliare dal tuo capo in continuazione per il tuo stipendino, il tuo spettacolo è lo specchio delle nostre vite e quindi se ci penso bene hai messo in atto una vera tragedia e facevi ridere pochino, continua pure così.

 Ricetta tonno di coniglio

Un coniglio intero
Una cipolla
Alloro un rametto
Salvia un mazzetto
5 spicchi di aglio
una carota
manciatina di grani di pepe
timo
sale qb
una carota
una costola di sedano
un rametto di rosmarino
olio extra vergine di oliva

In una pentola capiente mettete la cipolla, il sedano, la carota e i mazzetti di odori tutti insieme, legati con lo spago, salate e portate a bollore, cuocete fino a che il coniglio non sarà tenerissimo, ci vorrà un’oretta, spegnete il fuoco e fate raffreddare, poi sgocciolate il coniglio per bene e spolpatelo sfilettando la carne a straccetti.

Prendete un contenitore di vetro e tagliate finemente l’aglio, disponete in fondo un filo di olio, alcune fettine di aglio e un paio di foglie di salvia e una di alloro, mettete uno strato di carne, ancora olio e continuate così fino ad esaurimento della carne, infine, irrorate con l’olio, deve coprire tutto.

Potrete consumarlo dopo poche ore, si conserverà per alcuni giorni, altrimenti mettetelo nei barattolini di vetro e bolliteli per circa mezz’ora

Quenelle di ricotta aromatizzata alle erbette di campo

300 gr di ricotta

un cucchiaio di parmigiano grattugiato

sale pepe qb

erbette aromatiche poche foglioline

timo, nipitella, origano

lavorate la ricotta con le erbette tritate e tutto il resto, formate con l’aiuto di due cucchiai delle quenelle, un filo di olio extra vergine e servite

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli

 

 

 

Il gattaccio e la schiaccia morbida al rosmarino

Causa sciatica, mio marito è agli arresti domiciliari quasi tutto il giorno e verso le 7 comincia a matteggiare e a parlare un po’ con la lavatrice e un po’ con i pesci dell’acquario. È per questo motivo che sua sorella e mio cognato sabato sera hanno deciso di tenerci Diego in modo da poterci permettere una seratina intima comprensiva di:

Doccia lunga
Aperitivo
Cenino al ristorante
Serata di sesso sfrenato, sciatica permettendo.

Di solito il sabato il figliolo ce lo tiene il babbo di mio marito dalle 8 fino alle 11, quindi le suddette 4 cose le facciamo con tempi ridottissimi tanto da sembrare una puntata di Benny Hill. Stavolta invece, ce la siamo proprio presa con calma e abbiamo deciso di andare a mangiare a Civitella Paganico, dove c’è un piccolo e caratteristico ristorante. Appena siamo arrivati, all’ingresso, ho subito notato un gattaccio tricolore con la coda mozzata accoccolato bellamente su una sedia del ristorante; non ho una grande simpatia per i felini a causa di Dolly, il gatto siamese di mia nonna: quando ero piccola lo stramaledetto si divertiva a graffiarmi i polpacci ogni volta che mi vedeva, di conseguenza avverto subito una certa diffidenza appena li vedo.
La cameriera del ristorante c’ha fatto sedere in mezzo alla sala, accanto a noi c’era una coppietta giovane, dietro un signore antico con baffi e barba bianchi, uguale uguale all’omino delle 1000 lire accompagnato dalla moglie. Di fronte stavano seduti un gruppo di castroni ( uomini che non hanno successo con le donne e che sono soliti muoversi in piccoli branchi indossando pantaloni con le rovescine).
Abbiamo ordinato tutti una fiorentina, piatto forte della casa; le bistecche sono arrivate quasi in simultanea e mentre la stanza si riempiva del succulento profumo della carne, il gatto tricolore come un grillo s’è alzato di soprassalto e ha cominciato prima a strusciarsi lungo le sedie, poi ad arrotarsi le unghie lungo le gambe del mì Roberto che era visibilmente innervosito. Ad un certo punto è successa una cosa da non credere: il gatto s’è alzato tutto dritto all’impiedi e con la zampetta ha cominciato a razzolare nel piatto della coppietta! Se l’avesse fatto a me, gli avrei infilzato la zampina con la forchetta ma quelli c’hanno il sesto senso e da me non è venuto per niente. La coppietta devo dire è stata molto cortese e si è limitata a fare sciò sciò, il furbastro ha smesso subito e s’è diretto veloce verso Giuseppe Verdi. E mentre la moglie si soffiava il naso ecco il gatto che con un salto carpiato s’è lanciato proprio sopra la fiorentina: la moglie dell’omino era furiosa, ha cominciato a battere le mani e ad urlare: “Via via ma dateglielo da mangiare a questo gatto!!”
Le considerazione sulla serata sono state le seguenti:

1  Gli animali al ristorante a meno che non provengano già belle cucinati dalla cucina dovrebbero stare fuori o a casa del cuoco a mangiare croccantini.

2  La gente è matta.

3  I gatti senza coda hanno combinato sicuramente qualcosa e sono bricconi.

Schiaccia morbida
ingredienti:

350gr di farina 0
200ml di acqua
14gr di lievito di birra
1 patata
2 cucchiaini di sale
100ml di olio extra vergine di oliva
rametto di rosmarino
sale grosso qb

Lessate la patata e passatela nello schiacciapatate, sciogliete il lievito nell’acqua tiepida, sulla spianatoia formate una fontana e mettete l’olio, l’acqua con il lievito, le patate e in ultimo il sale, amalgamate bene e lasciate riposare per un’oretta coperta da un canavaccio in modo che lieviti.
Stendete l’impasto con le mani e bucherellate la superficie con le dita, lasciate riposare la pasta per circa una mezzora, in modo che continui a lievitare,mettete sopra il rosmarino e infornate in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.
Una volta cotta cospargete di sale grosso e un filo do olio extra vergine di oliva

Ricetta, fotografia e tagliere in ceramica di Cinzia Bardelli

La sciatica, il profumo dell’erba appena tagliata e la marmellata di peperoni

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I tifosi della fiorentina avevano urlato di gioia quando diffusero la notizia che la società aveva comprato Mario Gomez, ex giocatore del Bayer Monaco, un campione, capace di risolvere le partite più difficili, promettente e fortissimo. Più o meno la stessa cosa che successe a me quando ho incontrato il mio futuro marito… più giovane di me, sportivo, scattante, mai stanco, una promessa, il fidanzato ideale, sano come un pesce.
Ora, io non so se siete tifosi di calcio ma Mario Gomez, è sceso in campo forse 5 volte e poi s’è rotto, grave infortunio al ginocchio, quindi l’hanno pagato un botto e non sanno quando si rimetterà e soprattutto non sanno dove buttarlo.
Stessa sorte è capitata al mì marito, vittima di una nevralgia al nervo sciatico, di conseguenza:
si muove pochissimo.
si lamenta tantissimo.
Domenica pomeriggio mi sono irrimediabilmente resa conto che in casa ci sono dei compiti che spettavano a Roberto e che avrei dovuto assolvere io, uno tra questi, oltre a buttare i sacconi della spazzatura, alzare pesi e tutta una serie di cose, c’era l’incombenza di tagliare l’erba del prato con la macchina falciatrice, una rottura di palle incredibile, faticosa e piena di insidie…
Nel pomeriggio, ho deciso di farmi coraggio e dopo essermi vestita con una tutaccia e un paio di comode scarpe da ginnastica ho afferrato il manubrio della macchina tosaerba e ho cominciato a spingere con tutta la forza che avevo, ho driblato le rose, crossato il gatto della vicina e i giocattoli di mio figlio, sono stata quasi colpita da un infarto scavalcando un dosso e ho preso un paio di storte per via di una serie di buche nel terreno…Alla fine, stravolta e sudaticcia ho alzato la testa e ho sentito mio marito dire: “ ma cara, spingevi spingevi la macchinetta ma non sai che basta premere la leva e la macchina si muove senza sforzi hahahaha…” Maremma cane lo volevo ammazzà!
Se pensate che la storia sia finita qui vi sbagliate, quando sono finalmente entrata in casa per riposarmi ho sentito una gran puzza e mi sono resa conto che con la macchinetta ero passata sopra ad una cacca appena fatta da quel maledetto gatto dei vicini e che gli schizzi mi erano finiti tutti addosso, una vera giornata di merda altro che il profumo dell’erba appena tagliata!

Marmellata di peperoni rossi

4 kg di peperoni rossi
2 kg di zucchero
scorza grattugiata e succo di mezzo limone
cannella un cucchiano raso
peperoncino se vi piace qb

Pulire i peperoni togliete i semi e i filamenti, tagliateli a pezzetti e mettete tutto in tegame insieme agli altri ingredienti e far cuocere.
Frullate tutto e rimettete sul fuoco fino alla consistenza desiderata.

Invasare la marmellata in barattoli sterilizzati, chiudere e capolgere il barattolo, lasciar raffreddare coperti con un pannoRicetta, fotografia e piatto in ceramica di Cinzia Bardelli

Maledetta pasquetta e i mini muffin alle mele

Anche quest’anno sono rimasta fregata … infatti, siamo state trascinate io e mia cognata nel solito incredibile girin giro col matal detector, prima c’hanno portato al fiume dove mio figlio s’è rotolato bene bene nel fango, poi s’è quasi tirato nell’acqua e mentre io strusciavo i piedi un po’ per il caldo e un po’ perché m’ero veramente rotta le palle, fatemelo dire…il mì cognato e il mì Roberto come forsennati scavavano ogni volta che quel maledetto strumento suonava… didin didin e loro giù con la zappetta e fra sé si incitavano miseramente: “Dai Luca stavolta dev’esserci qualcosa di importante e antico, senti come suona!” e infatti dopo circa quindici minuti di scavi, hanno trovato una griglietta di ferro delle vecchie cucine economiche. Poretti.
Più tardi, c’hanno portato in un vecchio casolare in mezzo all’erba all’altissima, mia cognata allergica e con l’asma, non la finiva più di starnutire e tra un respiro affannoso e un altro minacciava di morte mio cognato il quale per sua natura furbescamente taciturno faceva finta di niente e continuava col malefico arnese a fare didin didin….una vera tortura pure per le orecchie.

Ho pensato tutta la mattina ad una mia amica che mi aveva gentilmente invitata a casa sua per una grigliata, mi immaginavo là, seduta sull’erba fresca vicino ad un albero, col vento che gentilmente mi accarezzava i capelli e io, con una succulenta costoletta di maiale in bocca, gioivo contemplando il cielo e la natura… invece mi sono ritrovata come l’anno scorso a mangiare un paninaccio col prosciutto sul ciglio della strada, di fronte un ponte scalcinato, con le macchine che passavano e ci guardavano scuotendo la testa in segno di pietà, meno male che ad un certo punto una colonia di formiche c’ha assalito e siamo scappati a casa.

Ricetta mini muffin alle mele

un bicchiere di latte
3 uova intere
2 etti di zucchero
2 etti di farina
1 etto e mezzo di burro
una bustina di lievito vanigliato
3,4 mele
zucchero per lo stampo qb
zucchero vanigliato qb

Lavorate le uova intere con lo zucchero, poi, dopo averla setacciata, aggiungete la farina, il lievito il latte e infine il burro fuso tiepido, imburrate la teglia e cospargetela di zucchero, togliete l’eccesso, tagliate le mele a spicchi.
versate nei pirottini il composto e aggiungete le mele tagliate a dadini nell’impasto, annegandole dentro.
Cuocete in forno preriscaldato e ventilato a 180° per circa 10 minuti, controllate con uno stecchino.
Spolverare con lo zucchero a velo.

Ricetta, fotografia e vassoio in ceramica di Cinzia Bardelli

 

La festa di carnevale, ricchi premi e cotillons

Un’altra cosa pallosissima che capita ai genitori è andare ai veglioncini di carnevale dei bambini, certo lo fai per loro ma te, ritorni a casa praticamente ‘briaco di musichine dementi e dolcetti di gesso colorato…

Questa volta, siamo stati invitati ad una fantastica festa organizzata dal prete di Santa Fiora e dalla comunità delle Bagnore, eravamo seduti nelle panchine di legno io e il mì marito che all’improvviso si è presentata una donnina di circa 80 anni desiderosa di portare mio suocero a ballare un valzerino, peccato che stavano suonando la sigla di Mazinga zeta sennò volevo vedè come andava a finire…

Verso le 6, hanno montato una specie di palchetto per decretare il vincitore di una gara di dolci casalinghi, i giudici capitanati dal prete hanno cominciato ad assaggiare di tutto, torte, crostate, biscotti, dolcettini e pure il celeberrimo tiramisù del mì cognato, famoso ormai anche a Santa Fiora e zone limitrofe, mentre i giudici annaspavano tra tutti quei dolci, in gran segreto una signora si è lanciata in una ciotola di tiramisù perché lo voleva assaggiare un pochino, in realtà, con il cucchiaio, se lo stava spazzolando quasi tutto, quando se ne sono accorti, ha rischiato il linciaggio se non fosse stato per il prete, credo che l’avrebbero picchiata con i coperchi delle pentole e il ramaiolo della ribollita.

In un angolo della sala invece c’era una signorina abbigliata come un’ entreneuse, vestituccio aderentissimo e un paio di vertiginosissimi tacchi che nemmeno io a miei tempi avrei osato mettere soprattutto ai veglioni di carnevale per non rischiare l’effetto “maiala“…ora me l’avete fatta dì…

Ad ogni modo il vincitore della gara è stato il mì cognato, almeno uno ha gioito.

Oltre al premio per il dolce più buono io di premi ne avrei dati altri e cioè:

PREMIO ARSENIO LUPIN a quella che s’è ingollata mezzo tiramisù del mì cognato

PREMIO SPECIALE “LORDACCHIOTTA“ TACCO 12… il nome non lo posso fare…

PREMIO BALLO TUTTO ANCHE LE CANZONI DI CRISTINA D’AVENA a mia cognata Barbara

PREMIO ZOMBIE al mì marito che poraccio era stato tutta la mattina a tagliare la legna e poi era stato trascinato alla festicciola

In ultimo ma non per importanza l’ambitissimo: PREMIO SUPER EROE SENZA MACCHIA, vinto dal mì figliolo che ha avuto la bella idea travestito da spider man di rotolarsi in terra per più di tre ore nuotando nei coriandoli, forse era meglio se lo vestivo da Mocho Vileda.

Ingredienti

250gr di mascarpone
due cucchiai di zucchero
2 uova
caffè moka qb
cacao amaro in polvere qb
due pacchettini di pavesini

 

Prendete una ciotola e montate i tuorli con lo zucchero e il mascarpone, a parte montate a neve gli albumi e incorporateli alla crema dal basso verso l’alto per non smontare la crema.

Fate il caffè con la moka

A questo punto  inzuppate i biscotti con il caffè, prendete delle coppettine e mettete i biscotti, poi uno strato di crema e sopra altri biscotti, una spolverata di cacao  e arrivederci.

Ricetta del mì cognato fotografie Cinzia Bardelli

La trippa allo zafferano e la lavatrice erotica

Questa settimana avevamo collezionato una miriade di panni sporchi, compresi i lenzuoli, che ormai erano molto vicini ad una moderna rappresentazione della Sacra Sindone e un’ accurata selezione di mutande e calzini., questi ultimi erano stati la causa di due furibonde litigate mattutine in cerca dell’ultimo paio… Naturalmente il povero Roberto non aveva avuto la meglio ed è stato costretto ad andare al lavoro con un calzino diverso dall’altro e con le parole della su’ mamma nelle orecchie a sussurrargli: “Oddio! Se ti succede qualcosa e vai all’ospedale che figura ci fai ?!!” Ma se uno finisce all’ospedale che gli frega dei calzini, dico io…

Ad ogni modo, in casa nostra ognuno svolge un compito preciso: Roberto pensa alle lavatrici e io a stendere i panni, a stirare invece non ci pensa nessuno, perché la sottoscritta non ha mai capito quell’oggetto misterioso chiamato ferro da stiro, utile solo a togliere le orecchie dai soldi quando li dimentichi nelle tasche dei jeans e si sono centrifugati.

Insomma, sabato scorso Roberto è sceso a fare una lavatrice e quella maledetta non funzionava più, siamo entrati nel panico, il tecnico è arrivato subito e dopo un paio d’ore è risalito tenendo tra le dita un paio di minuscole mutande di mia proprietà, che secondo lui erano andate ad insinuarsi nel tubo di scarico, ostruendolo… Il mì Roberto sarebbe entrato in un tombino per  la vergogna, non tanto per le mutande quanto per il fatto che si trattava di un perizoma., io non ho fatto una piega e ho detto con grande tranquillità a Roberto e al tecnico che la cosa non sarebbe più avvenuta perché ho deciso che le mutande non le porterò più.

 Ingredienti per 4 persone

1 kg trippa
due cipolle bianche
zafferano una bustina
un po’ meno di un bicchiere di marsala
4 cucchiai di pecorino toscano grattugiato
olio extra vergine di oliva
sale e pepe
una costola di sedano
una carota
una foglia di alloro
peperoncino qb
una bella manciata di pinoli

Fate bollire la trippa insieme alla carota, una cipolla divisa in due, la costola di sedano e l’alloro per circa 10 minuti, fino a quando non risulti morbida, scolatela, sciacquatela sotto l’acqua corrente, nel frattempo, tostate i pinoli e metteteli da parte, fate imbiondire la cipolla insieme all’olio e aggiungete la trippa scolata, rosolate, poi sfumate con il marsala, aggiungete i pinoli, lo zafferano, aggiustate di sale pepate e cospargete di formaggio.

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli